L’Orgoglio di essere Pecora Nera
Forse qualcuno crede che la pecora nera sia frutto di una rara anomalia genetica, come l’albinismo, ma in realtà la pecora nera è una vera razza ovina con caratteristiche fisiche e caratteriali proprie, che bene si distingue dalla pecora bianca, razza Sarda.

La Pecora Nera di Arbus allevata dai fratelli Lampis, azienda agricola Funtanazza
Sebbene le pecore delle due razze siano entrambe autoctone, la Sarda ha subito una selezione che è partita fin dal XIX secolo, prima con l’introduzione in un numero limitato di greggi dell’ariete Mèrinos e successivamente con un attenta attività di miglioramento genetico e l’istituzione del Libro genealogico a livello provinciale (n.d.r. il libro genealogico è l’elenco ufficiale dove vengono annotati gli animali appartenenti a una certa specie e razza, e di cui è nota la genealogia).
La pecora nera invece no, nessuna selezione forzata, non ha subito modificazioni genetiche, è nata così come la conosciamo e ha perfino rischiato di estinguersi a partire dagli anni ’70, quando la concentrazione massima era puntata sulla sua cugina bianca, la quale produce molto più latte, essendo così economicamente più interessante.
Eppure, la pecora nera in Sardegna ha antiche origini ed è diffusa nel Sud Sardegna e in prevalenza nel territorio di Arbus da cui prende il nome, pecora nera di Arbus.
La sua estinzione è stata scongiurata proprio grazie all’impegno di allevatori locali tra cui i fratelli Lampis del caseificio Funtanazza, che ne hanno accresciuto la presenza negli ovili di Arbus, ma anche dal rinnovato interesse che la popolazione di questo territorio ha rivolto a questa razza ovina, valorizzandola e restituendole il suo posto nei pascoli della macchia mediterranea.
Questi sforzi sono stati ampiamente premiati, infatti se nel 2006 si contavano 500 esemplari oggi arriviamo circa a cinquemila, di cui almeno duemila pascolano allo stato brado riproducendosi in modo naturale nelle terre dell’arburese, dove arriva il profumo del mare poco distante.
L’UE ha riconosciuto il valore di questa pecora per la biodiversità e garantito finanziamenti per sostenere gli allevatori. Il Ministero della Politiche agricole ha inserito i prodotti fatti con il suo latte tra quelli agroalimentari tradizionali e Slow Food l’ha inserita tra le razze dell’Arca del Gusto.
Della pecora nera di Arbus si parla nel libro genealogico dell’Associazione nazionale della pastorizia e ad Arbus è diventata un marchio, già depositato al Ministero dello sviluppo economico.
Caratteristiche della Pecora Nera di Arbus
Di taglia medio-piccola, assomiglia per molti aspetti alla razza sarda ma si differenzia bene da questa… le pecore nere di Arbus sono ovini dagli occhi scuri e schivi, dalla lana folta, con zampe snelle e zoccoli robusti, tutte nere, dalla testa ai piedi, compresa la lingua!
Il mantello nero chiamato Moretto, può assumere sfumature grigio piombo, possiede le corna (mentre la bianca le ha perse per effetto della selezione) la testa è leggera, priva di lana con un modesto ciuffo centrale.
Il profilo è diritto, ha orecchie piccole, arti mediamente lunghi e le sue dimensioni sono ridotte rispetto alla Sarda bianca.
Di temperamento è docile, tende ad essere più materna della bianca con il proprio agnellino.

Gregge di pecore nere di Arbus
Essendo più rustica si nutre di foglie, arbusti ed erba presenti nei pascoli della macchia mediterranea in zone vicino al mare, la sua alimentazione conferisce al suo latte e alla sua carne un sapore diverso, molto apprezzato. Il latte in particolare è più grasso e proteico e quindi adatto alla produzione di formaggi.
La quantità di latte prodotta è nettamente inferiore rispetto alla razza bianca e questo spiega perché in pochi le allevino e il rischio di estinzione a cui è andata incontro.
Marchio Pecora Nera di Arbus
Negli ultimi vent’anni anni c’è stata una riscoperta della pecora nera e dei suoi prodotti da parte degli allevatori e di varie aziende, che hanno deciso di valorizzarla per impedirne la scomparsa, certi delle sue potenzialità.
Questo rinnovato interesse ha portato alla nascita di molte attività ad essa legate, come la produzione di formaggi e ricotta dal gusto unico, la produzione di carne, la lavorazione della sua lana di un colore speciale, la creazione di opere d’arte come il coltello Arburesa che utilizza le sue corna, tutte sotto un unico marchio: Pecora nera di Arbus.

Marchio Pecora Nera di Arbus
Ebbene si, la Pecora nera non solo non si è estinta ma è divenuta un marchio.
I primi passi decisivi sono stati mossi nel 2018 con l’impegno dell’amministrazione comunale tramite l’accordo per il “progetto di valorizzazione della pecora nera di Arbus”.
Nel 2019 si è poi ottenuto il riconoscimento di “prodotto alimentare tipico” (P.A.T.) e nel 2020 il marchio “Pecora nera di Arbus” è stato approvato all’unanimità dall’amministrazione comunale, diventando marchio collettivo territoriale.
Proprio durante la quarantena causata dalla pandemia di Covid-19, nel mese di Aprile 2020, è stato compiuto l’ultimo passo: il Comune ha inviato e depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il marchio “Pecora Nera di Arbus”.
Il vicesindaco di Arbus ha dichiarato la volontà di valorizzare la pecora nera anche dal punto di vista turistico e agro-zootecnico per dare sempre maggiore valore al territorio. L’obiettivo, il sogno dell’amministrazione comunale, è quello di creare un caseificio comunale, una realtà che possa produrre formaggi e ricotta mettendo insieme tutti gli allevatori.
Caseificio Funtanazza
L’azienda agricola Funtanazza di Mauro e Sandro Lampis,si estende per 160 ettari a un passo dalla Costa Verde arburese tra Capo Frasca e Capo Pecora.
Questi due fratelli sono gli eredi di sette generazioni di allevatori e più di una ventina di anni orsono hanno iniziato a creare il loro gregge di sole pecore nere, eliminando piano piano la razza bianca dal gregge. Oggi contano quasi 300 esemplari di pecora nera che pascolano nelle distese di verde della loro radura, ma all’inizio la quantità era nettamente inferiore, se ne contavano solo una trentina!
Aver creduto in questa antica razza gli ha premiati, oggi producono formaggi di alta qualità.

Fratelli Lampis che allevano la pecora Nera di Arbus nell’azienda agricola Funtanazza | Foto © Simone Nonnis
Le pecore del loro gregge producono un litro di latte a testa ogni giorno (col metodo della destagionalizzazione, ovvero distribuendo i parti in due periodi diversi e distribuendo la mungitura durante tutto l’arco dell’anno) e un ciclo di trasformazione brevissimo per ottenere ricotta, formaggio fresco e formaggio stagionato anche oltre i 12 mesi, con trasformazione in azienda.
Le pecore nere producono in media la metà del latte rispetto alla Sarda bianca ma si tratta di un latte qualitativamente alto, molto concentrato, che merita di essere lavorato a crudo.
La lavorazione a crudo permette di ottenere una qualità dei prodotti davvero eccellente, diversa sicuramente dalle lavorazioni fatte da un latte che viene esposto ad alte temperature per essere conservato.
Questa operazione infatti azzerano tutto quello che la bestia e la Natura hanno creato nella loro perfetta simbiosi. Al casaro spetta la scelta e qui al caseificio Funtanazza la scelta è stata fatta: latte crudo!
La lana della pecora nera
Il vello della pecora nera, chiamato “Moretto” è molto ricercato, nell’agnello è nero corvino, poi mano a mano che l’animale cresce si schiarisce divenendo marrone scuro.
Per la sua colorazione naturale, viene utilizzato nella lavorazione dei tessuti e dei filati. La lavorazione avviene tramite procedimenti artigianali che spesso si rivelano lunghi e impegnativi.
E’ necessario infatti passare per una fase chiamata di pulitura che è sicuramente molto importante, infatti non dobbiamo scordare che la pecora nera vive allo stato brado e nella sua lana restano impigliati frammenti di spine, fango e anche escrementi. Questa operazione viene ripetuta fino a quando l’acqua di pulitura scorre pulita e cristallina.
La lana viene poi esposta ad asciugare all’ombra, vengono allargati i nodi a mano, tolte le eventuali impurità rimaste e infine viene cardata con l’utilizzo di speciali pettini.
Spesso una volta infeltrito viene utilizzato per lavori artistici come quelli realizzati da Gabriella Caria di Nuove Tecnologie, un’azienda di Guspini che lavora e sperimenta anche con la lana “Moretto”. Anche Annalisa Lecca della fattoria didattica Alba sul Monte Maiori, conosce bene la lavorazione di questa lana perché nei suoi laboratori lo spiega a bambini e adulti, ed è lo stesso procedimento utilizzato da centinaia di anni per produrre l’orbace. Annalisa racconta che l’orbace è un tessuto che può essere reso completamente impermeabile senza l’uso di sostanze chimiche, semplicemente con un processo meccanico di infeltrimento esattamente come facevano i pastori. Una volta tessuto, l’orbace veniva bagnato, insaponato e pestato con i piedi finché le fibre della lana non si legavano tanto strettamente tra loro da non consentire all’acqua di passare. «Quel mantello caldo e impermeabile, per il pastore costituiva la casa quando si trovava nei pascoli», racconta Annalisa, «infatti i pastori dicevano che loro custodivano le pecore e in cambio le pecore con la loro lana custodivano il pastore».
Sagra della pecora nera di Arbus
Ogni anno, presso la località Pitzinurri di Ingurtosu, si tiene la Sagra della Pecora Nera, ai primi di Agosto, ed è organizzata dall’Associazione Allevatori di Pecora Nera di Arbus, in collaborazione con il Comune di Arbus.
La manifestazione celebra le qualità di questo tipico animale arburese con momenti di informazione e visita agli ovili locali, allestimenti di stand espositivi, laboratori ed ovviamente degustazioni dei prodotti ricavati dall’ovino.
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Caseificio Funtanazza
Località Funtanazza. Strada per Gutturu Flumini Portu Maga, 09031 Arbus SU
Orari di Apertura
8-12 / 16-19 tutti i giorni
Per visite o info
+(39) 3895928750