…premesso che di fatto esiste in Sardegna il cognome Arbus, che significa «bianchi di carnagione o di capelli» … è lecito pensare che nel nostro toponimo ci sia un riferimento a is Arbus, cioè agli originari proprietari di un furriadroxu «cascinale», attorno al quale si è in seguito sviluppato il villaggio (cfr. is Fonnesus, is Gannaus, is Loccis, is Pittaus).
Massimo Pittau, Toponimi della Sardegna Meridionale – significato ed Origine
Incastonato tra i rilievi montuosi del comprensorio del Monte Arcuentu (ex vulcano) e ad una ventina di km dalla Costa Verde, si trova Arbus. L’itinerario ad Arbus è un percorso culturale e naturale, tra storia mineraria, spiagge, dune e monti. Attorno al Paese sono state ritrovate importanti tracce della presenza umana del periodo intermedio dell’Età della Pietra, già dal periodo Mesolitico (10 000-8 200 anni fa circa) e Neolitico (8500 anni fa circa). Il centro del Paese, di formazione prima romana e poi medievale, si presentava strutturato in diversi villaggi, poi confluiti in un unico, che avevano avuto, fino al 18mo secolo la conformazione del furriadroxiu, insediamenti agro pastorali tipici di questa zona della Sardegna (in genere costituiti da 5-15 unità abitative).
Gli Is Arbus, come ipotizza Massimo Pittau, linguista studioso della lingua Sarda, era il nome che veniva originariamente attribuito agli abitanti di queste cascine. Da qui, probabilmente, Arbus conformatasi dall’agglomerato di queste unità abitative sparse all’origine nelle campagne, prende in eredità il nome.
Situato a 314 di altezza sopra il livello del mare, Arbus si affaccia sulla piana del Campidano e confina ad est con Guspini (vedi l’itinerario) da cui dista solo 8 km e ad ovest è costellato da numerose miniere, tra cui la più importante è quella di Ingurtosu. Sulla Costa numerose e alcune celebri spiagge, tra cui Piscinas, conosciuta per le sue dune, tra le più alte dune vive d’Europa. Nel suo territorio, a nord, ricade anche lo stagno di Marceddì, sito RAMSAR di notevole pregio, e lo stagno di Pauli Mannu più a nord ovest.
Ecco il nostro itinerario ad Arbus:
#1 tappa: due passi in centro per scoprire minerali e coltelli
Il paese di Arbus si snoda attraverso stradine strette e tortuose in case di granito e in Ladiri, i tipici mattoni di fango e paglia già usati per la costruzione in altri centri urbani. Si entra ad Arbus dalla SS126 Sud Occidentale Sarda e si raggiungono le principali piazze del centro storico: piazza Immacolata con il municipio e la Chiesa di San Sebastiano Martire del ‘500, santo patrono del Paese celebrato il 20 gennaio, e piazza san Lussorio dove si trova l’omonima chiesa dedicata a San Lussorio Martire, santo che viene celebrato attorno al 26 agosto. Pratz ‘e Cresia, così viene chiamata piazza Immacolata, oltre ad ospitare la chiesa di San Sebastiano Martire e il nuovo edificio del comune, ospita il vecchio Municipio di Arbus, un palazzo del 1895 e l’ex monte Granatico, locale del 1763, che in passato veniva adibito a banca del grano. Al centro della piazza, spicca la statua della Beata Vergine Maria, risalente alla metà del Novecento.

Coltello Sardo Arburesa – Itinerario ad Arbus
Al civico 15 di via Roma si trova il Museo del coltello sardo, fondato nel 1996 dal maestro coltellinaio Paolo Pusceddu, ospita sia coltelli tradizionali d’epoca sia pezzi più moderni e unici forgiati dai più importanti e rinomati coltellinai sardi (leggi il nostro itinerario al Museo del coltello sardo).
#2 tappa: Miniera di Ingurtosu

Miniera di Ingurtosu ad Arbus – Itinerario ad Arbus
La storia di Arbus è legatissima alla storia mineraria della Sardegna, uno dei centri più importanti è stato la miniera di Ingurtosu, in attività per oltre 100 anni, oggi all’interno del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. I suoi giacimenti vengono scoperti agli inizi dell ‘800 (1829), le prime concessioni vengono rilasciate nel 1852 ad una società genovese, poi successivamente alla francese Societè Civile de Mines, che la cede a sua volta alla Società civile delle Miniere di Gennemari ed Ingurtosu. Nel 1870 si espande con la realizzazione di una ferrovia che collegherà le laverie al pontile di Piscinas. Nel 1920 passa in mano gruppo spagnolo Pennaroya, fino ai primi anni ’50 quando la depressione generale e la flessione del mercato dei metalli costringe la società Pertusola, allora proprietaria, a trasferire le concessioni alla Società monteponi-montevecchio. Nel 1968 la miniera verrà chiusa definitivamente.

Cantiere di Pozzo, GAL – Miniera di Igurtosu – Itinerario ad Arbus
Particolarmente interessante, l’adiacente villaggio minerario di Pitzinurri, l’unico villaggio dell’area della miniera di Ingurtosu, sorto nel primo decennio del ‘900 per ospitare i lavoratori della miniera e la dirigenza, in cui spiccano la villa Ginestra, prima residenza estiva del direttore della miniera, Lord Brassey, ed il villino Wright, casa del vicedirettore della miniera.
La cuore dell’attività amministrativa era “Il Castello”, ovvero il Palazzo della Direzione. Realizzato dall’ingegnere Hoffmann, in onore dell’ingegnere Bornemann originario dell’Eisenach, Germania: l’edificio si ispira al castello di Wartburg dell’undicesimo secolo, in stile tardo medievale.

Palazzo della Direzione Il Castello, Itinerario ad Arbus – Visitmaristanis.it
Risale al 1914 la chiesa di Santa Barbara, all’interno del villaggio minerario, voluta dal proprietario della miniera Lord Brassey per donare uno spazio ricreativo e sociale per i minatori
#3 tappa: 47 km di costa, tra natura e paesaggi dunali

Scopri l’Itinerario ad Arbus e la spiaggia e le dune di Piscinas
su Visitmaristanis.it.
Tra capo Frasca e capo Pecora si snoda la costiera di Arbus. 47 km di spiagge, da Pistis a Torre dei Corsari, Porto Palma e Marina di Arbus, per poi scendere più a sud nella Costa Verde che comprende le dune di Piscinas e le spiagge di Bau e Scivu.
Il sistema dunale di Piscinas si snoda per 20 Km, con dune dorate alte fino a 100 metri. Un posto unico in Sardegna e nel Mediterraneo, che merita una rispettosa visita, soprattutto in periodi dal clima mite e temperato come in primavera o in autunno. Si accede dalla strada per Ingurtosu attraverso i resti delle miniere e delle ex abitazioni abbandonate dei minatori, lungo uno sterrato che si snoda per 7 km circa di strada sterrata e tortuosa e si arriva al parcheggio (a pagamento).
#4 tappa: Monte Arcuentu
Sembra una fortezza la vetta Arkù, arcuata, che si può ammirare dalle spiegge di Piscinas e Scivu, in realtà si tratta del profilo inconfondibile del Monte Arcuentu, 785 metri s.l.m. Già meta pellegrinaggio per gli amanti del trekking, si possono ammirare le rovine del castello di Arculentu, avamposto di difesa del giudicato di Arborea, e i segni del passaggio di alcuni frati eremiti (Fra Lorenzo e Fra Nazareno) che qui hanno vissuto in ritiro per anni (fino al 2016). Dalla sua cresta rocciosa si vede un terzo della Sardegna, dalla Costa Verde, lungo la piana del Campidano fino alle pendici del Monte Arci.
Gli anziani del luogo, per capire le condizioni meteo, scorgevano il monte Arcuentu e dicevano “Candu iscurada Arcuentu, o proede o tira entu”, ovvero “quando il Monte Arcuentu si riempie di nuvole, o piove o tira vento forte”.
Flora e Fauna nello Stagno di Marceddì
Flora e Fauna
Cosa Puoi osservare qui
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Tra i consigli per dormire ad Arbus in modo più consapevole: l‘Hotel S’Ena, Agriturismo La Quercia, Villa Belfiori, Sa Tanca Agriturismo, Agriturismo ristorante Rocca Su Moru.
Tutte queste strutture aderiscono alla rete di imprese Friends of Maristanis impegnate nella riduzione degli sprechi d’acqua e nella valorizzazione del territorio delle zone umide.
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Accessibilità
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Dormire/Mangiare
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