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L’abbiamo conosciuto in occasione del contest #WWDSardegna dedicato agli stagni e alle lagune della Sardegna. Fabrizio Caramagna è uno scrittore e aforista, il principale in Italia e tra i più citati al mondo in tema di stagni (qui la sezione dedicata al tema). Lo abbiamo intervistato per voi per capire il profondo legame che lega l’uomo allo stagno e capire da dove prende spunto per le sue brevissime narrazioni, quasi delle intuizioni.

Fabrizio Caramagna, aforista e scrittore degli stagni
Leggi l’intervista e scopri chi è Fabrizio Caramagna, scrittore e aforista contemporaneo di stagni e lagune.

Ciao Fabrizio, tu sei scrittore, autore e aforista, raccontaci come è nata questa tua passione per la scrittura e gli aforismi? Insomma, chi è Fabrizio Caramagna 🙂

Da giovane scrivevo racconti brevi di una pagina o due. Ogni volta che ne componevo uno nuovo, lo accorciavo fino ad arrivare a scrivere racconti di poche righe. Fu lì che, chiedendomi la ragione di questa mia inclinazione per la brevità, scoprì il mondo degli aforismi: La Rochefoucauld, Rivarol, Lichtenberg, Canetti, Kraus, Cioran, Renard, Flaiano, Longanesi e così via. Centinaia di persone che scrivevano breve come me. Non ero solo io quello “strano”. E fu una rivelazione.

Detto adesso sembrerebbe strano che io non conoscessi il mondo degli aforismi, ma 40 anni fa, quando non c’erano ancora i social, gli aforismi erano davvero un genere di nicchia. La parola “aforisma” suonava come qualcosa di esotico. Del resto ancora adesso il correttore ortografico segna come errrore la parola “aforista”!

Come possiamo definire un aforisma?

L’aforisma viene dalla radice greca “aphorismos” e significa limite, orizzonte ma anche definizione. Paradossalmente, l’aforisma che definisce ogni cosa, non si lascia definire. Ogni autore di aforismi come, in un eterna fatica di Sisifo, ha provato a definire l’aforisma venendo però respinto indietro ogni volta.

Nel mio blog ho scritto decine e decine di definizioni dell’aforisma. Eccone alcune:

“L’aforisma è un frammento che ha nostalgia dell’unità perduta e cerca di riconnettersi al tutto”.

“L’aforisma è solo una mollica di pane sul tavolo della verità, una briciola del linguaggio, eppure quanto nutrimento riesce a dare”.

“L’aforisma: l’implosione delle parole, l’esplosione del senso”.

Cosa rende un aforisma efficace?

Un aforisma deve essere breve, intenso, concentrato, veloce, acuto, paradossale. Deve essere un lampo, una folgorazione, qualcosa che rende dicibile una verità o emozione che giaceva indicibile dentro di noi oppure deve farci fare un balzo sulla sedia e mostrarci la realtà da un punto di vista inedito. Un buon aforisma deve sempre meravigliare. Per questo mi definisco “ricercatore di meraviglie”.

Il genere nasce nell’antica Grecia in campo medico per poi diventare un genere letterario nel corso dell’ultimo millennio, oggi è probabilmente la forma di espressione letteraria più usata sui social e tra le più antiche, come mai?

L’aforisma nasce con il medico Ippocrate come forma curativa del corpo. Poi si è evoluto fino a diventare una forma curativa della mente. Un aforisma ci fa sempre riflettere su un aspetto del mondo o di noi stessi, ci aiuta – con la sua bilancia invisibile – a pesare il bene e il male, i vizi e le virtù, la realtà e il sogno, ci aiuta a migliorare o capire meglio le cose. E la cosa straordinaria è che lo fa con poche parole.

Al giorno d’oggi, insieme al selfie, l’aforisma è il mezzo di espressione più usato dai social. Questo perché l’attenzione sui social è labile e i social vogliono la brevità. Se scriviamo frasi lunghe l’algoritmo dei social ci penalizza. Addirittura Twitter ci costringe a scrivere in 240 caratteri.

Ma c’è un’altra ragione che spiega l’utilizzo dell’aforisma sui social. Come diceva lo scrittore Rudyard Kipling:

“Quando citiamo una frase è come se ci avvolgessimo nel mantello di porpora di un imperatore.

Una citazione rende tutto più luminoso, più autorevole, più brillante”.

E’ per quello che citiamo una frase sui social. Perché ci sentiamo più autorevoli, più brillanti. Ci sentiamo anche più intelligenti. Non abbiamo letto un libro, ma possiamo citarne la frase.

Da qui l’idea di aforisticamente.com che è davvero un sito di riferimento per gli amanti del genere.

Molte delle tue citazioni sulla natura, stagni e lagune sono “prese in prestito” dal sito e da te. Che effetto fa vedersi citato spesso sui social anche da ragazzi giovanissimi, vedere il proprio pensiero ripetersi nel tempo e, di fatto, lasciarlo ai posteri?

Non so spiegare le mie sensazioni. Sono contradditorie. Da una parte molte persone (credo che siano almeno la metà) usano le mie frasi senza neanche mettere il mio nome e cognome. Molti vip l’hanno fatto e continuano a farlo, come se le avessero scritte loro. E’ una forma di maleducazione, arroganza, egoismo, furbizia. Bisognerebbe trovare un termine inglese come “selfie” per spiegare questa strana abitudine!

Dall’altra ci sono molti che citano le mie frasi, che mi menzionano, mi taggano. Ma la domanda che io mi pongo è: chi mi cita sa veramente chi sono io? Si è mai davvero chiesto chi è quel Fabrizio Caramagna che ha scritto la frase? Ecco, credo che quasi nessuno si ponga questa domanda.

Diverse mie frasi sono finite su murales e scalinate di diversi paesi dell’Italia oppure sono andate in radio e tv. Nessuno mi ha mai avvertito prima. Come se io fossi un autore morto o come se contasse la frase e l’autore fosse solo un appendice inutile. Del resto i proverbi girano anonimi, ma qualcuno li avrà pur scritti. Credo che tra cinquant’anni molte delle mie frasi gireranno come anonime o attribuite a Coelho, Alda Merini o Garcia Marquez. Come già adesso sta avvenendo.

Stagni, lagune e paludi, per te fonte di ispirazione, cosa ti piace soprattutto di questi habitat?

Amo gli stagni e le paludi per due motivi. In un mondo che va di fretta ed è pieno di urgenze, lo stagno è immoto e placido, ci invita alla calma, alla contemplazione, alla meditazione.

E poi lo stagno ha qualcosa del mondo terrestre e del mondo acquatico. E’ in una dimensione a metà. Lo vediamo dai tantissimi animali terrestri che lo popolano: fenicotteri, aironi, folaghe, libellulee così via. Del resto è l’habitat della rana, che è un animale che vive a metà delle due dimensioni.

Stagno di S'Ena Arrubia, pulli di Fenicotteri. Arborea. Foto © Livio Mura progetto Maristanis Zone Umide in sardegna
Stagno di S’Ena Arrubia, pulli di Fenicotteri. Arborea. Foto © Livio Mura | Visitmaristanis.it | Zone Umide in Sardegna

Sappiamo che hai avuto modo di conoscere qualche stagno in Sardegna e che alcuni luoghi ti abbiano articolarmente ispirato, raccontaci!

Ho avuto modo di ammirare lo stagno di Spartivento che costeggia il mare nella zona di Su Giudeu. Ho visto i fenicotteri, le dune punteggiate da una macchia mediterranea. Al tramonto è stato uno spettacolo quasi mistico. Gli stagni hanno questo modo tutto loro di trasformarsi al tramonto e di farsi uno specchio di luce pieno di colori e riflessi.

La prossima volta dovrai certamente venire qui a visitare l’Oristanese e le sue terre d’acqua Maristanis…

Sicuramente non mancherò!

I tuoi ultimi progetti

Un progetto folle che nessun editore pubblicherà mai. Un dizionario di 20.000 definizioni aforistiche. Migliaia di pagine e anni di lavoro. Non so neanche se riuscirò mai a terminarlo.

L’altro mio progetto è abbandonare i social. Come dicevo prima, è inutile essere citato se poi alla fine conta la frase e non chi lo scrive. Probabilmente è anche colpa mia che non sono riuscito a comunicare bene sui social e far capire chi è Fabrizio Caramagna

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